ITC Enrico Tosi
Ultima modifica: 22 Novembre 2018

Innovazione metodologica

Metodologie didattiche adottate

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CLIL

Il CLIL (Content and Language Integrated Learning) è una metodologia didattica diffusa in molti paesi dell’Unione Europea ed anche extraeuropei. Gli studenti affrontano in modo integrato lo studio di alcuni contenuti di discipline non linguistiche ( es. storia, economia, matematica, scienze..) utilizzando una lingua veicolare diversa dalla lingua madre. Nel caso dell’Istituto Tecnico Internazionale la lingua privilegiata è l’inglese. Il CLIL prevede una forte interazione tra l’attività del docente della disciplina (il quale deve possedere anche adeguate competenze linguistiche e metodologiche) e quella degli studenti che sono chiamati a lavorare attivamente nella costruzione delle lezioni. Il docente “scende dalla cattedra” e diventa un facilitatore dell’apprendimento, un coach che fornisce stimoli, input conoscitivi, suscita curiosità e iniziative, fornisce gli strumenti perché ogni studente possa affrontare il proprio percorso di costruzione delle competenze attraverso una modalità prevalentemente laboratoriale. L’integrazione di contenuti disciplinari e linguistici costituisce una sfida per gli studenti, contribuisce a mantenere alta la motivazione, l’attenzione, la partecipazione. L’apprendimento linguistico avviene in una situazione reale perché va di pari passo con contenuti che i ragazzi devono capire, fare propri, rielaborare e saper esprimere. E’ entusiasmante ascoltare ragazzi di quattordici che si sforzano di parlare in inglese della Rivoluzione Industriale o dell’Unione Europea!

Public speaking

Il public speaking consiste nel parlare davanti ad un gruppo di persone in modo strutturato.L’arte oratoria trova le sue origini nell’antichità ed era utilizzata soprattutto nei processi e nelle celebrazioni pubbliche. Oggi, il public speaking viene impiegato per informare, influenzare o intrattenere coloro che ascoltano e, quindi, parlare in pubblico significa argomentare col fine di portare le opinioni degli altri verso le nostre. L’obiettivo è quello di conquistare il pubblico che ci ascolta trascinandolo dalla propria parte. Non basta, quindi, avere un messaggio da comunicare ma è importante come si comunica agli altri e, come in tutte le forme di comunicazione, anche nel public speaking concorrono cinque elementi chiave del comunicare: “chi comunica, a chi si comunica, che cosa si comunica, con quale canale o mezzo si comunica e quali effetti si ottengono”.

Flipped lessons

La modalità Flipped corrisponde a una metodologia didattica innovativa che “rovescia” i tempi delle lezioni. A partire da un documento preparato e fornito dal docente (un filmato, un’animazione, un documento scritto ecc.), i ragazzi studieranno a casa in autonomia. In questo modo si libererà tempo a scuola per esercitazioni, ricerca, problematizzazione: tutte attività che i ragazzi svolgeranno prevalentemente in team, sviluppando la “didattica collaborativa” e con il docente in funzione di “allenatore” (coach) e guida. L’ultima fase, quella della valutazione, potrà essere svolta in maniera tradizionale, ma anche utilizzando strumenti di comunicazione diversi: presentazioni, animazioni, filmati. La valutazione avverrà comunque sempre in relazione alle competenze stabilite come obiettivi dell’anno nei piani di lavoro.

Team working

“Lavoro di squadra” significa che un gruppo di studenti collabora, coordinandosi, alla realizzazione di un prodotto multimediale su input assegnati dai docenti. Il team è il responsabile del risultato finale e quindi, in una squadra, ogni membro si specializza in una particolare area che interessa il progetto ed è responsabile di uno o più obiettivi. Tutti concorrono allo stesso modo al perseguimento dell’obiettivo, mettendo in gioco competenze variegate e ricevendo stimoli dalla “peer education” .
Il Teamworking consente anche il conseguimento di obiettivi non prettamente scolastici:

  • consolidamento di un gruppo su un progetto
  • creazione di sinergia tra i componenti
  • raggiungimento di un obiettivo comune
  • riduzione di conflitti

Debate

Il «debate» è una metodologia che proviene dal mondo anglosassone, dove ha acquisito lo status di disciplina curricolare; consiste in un confronto tra due squadre formate ciascuna da due o tre studenti che devono sostenere oppure contraddire un’affermazione o un argomento assegnato dall’insegnante il quale sceglie anche chi inserire nella casa “pro” o nella casa “contro”. Gli argomenti individuati sono raramente affrontati nell’attività didattica tradizionale e dal tema scelto prende il via un vero e proprio dibattito, una discussione formale sottoposta a un preciso regolamento che prevede modalità e tempi da rispettare. Il dibattito è preceduto da un lavoro di documentazione ed elaborazione critica perciò permette agli studenti di imparare a cercare e selezionare le fonti. Il debate allena la mente a considerare posizioni diverse dalle proprie e a non fossilizzarsi su personali opinioni, sviluppa il pensiero critico, allarga i propri orizzonti e arricchisce il personale bagaglio di competenze. Permette inoltre di acquisire competenze trasversali («life skill»), favorendo il cooperative learning e la peer education . Al termine del confronto l’insegnante valuta la prestazione delle squadre assegnando un voto che misura le competenze raggiunte.
In aggiunta ci hanno spiegato alcuni trucchi e modalità per dibattere in modo efficace e illustrato le principali regole. Inoltre sempre con i tutor abbiamo svolto dei giochi utili migliorare le nostre tecniche espositive e il ragionamento veloce. Successivamente con i nostri compagni di casa abbiamo svolto delle ricerche per trovare le argomentazioni utili al nostro “schieramento”, ovvero Pro o Contro. Dopo questo lavoro abbiamo finalmente dibattuto. Nel secondo e terzo debate abbiamo invece lavorato da soli ma, a differenza del primo, abbiamo cambiato compagni di casa e con quest’ultimi ci siamo trovati in date decise accordandoci tramite whatsapp.

Challenge based learning

Si tratta di un approccio didattico che incoraggia gli studenti a risolvere i problemi del mondo reale attraverso la tecnologia che usano nella vita quotidiana. Il CBL è uno strumento collaborativo perché gli studenti sono chiamati a lavorare con i compagni e con gli insegnanti ed è uno strumento scientifico perché i ragazzi sono stimolati a porre le domande giuste rispetto al problema che devono risolvere sviluppando una profonda conoscenza di un argomento.
Tra le sue caratteristiche principali:
• ha una struttura flessibile con molteplici punti di accesso
• gli studenti diventano responsabili del loro apprendimento
• si concentra sulle sfide globali ma prevede soluzioni locali
• promuove l’uso autentico della tecnologia
• sviluppa le competenze del XXI secolo
• incoraggia una profonda riflessione sull’insegnamento e sull’apprendimento

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