La sperimentazione quadriennale prende il largo
Articolo delle classi del quadriennale su Repubblica
Il titolo della rubrica ci piace: la scuola siamo proprio noi che lavoriamo insieme, studenti e docenti, per costruire una realtà nuova, forse migliore, sicuramente diversa. Una scuola in cui crediamo e che, francamente, ci impegna ma ci diverte moltissimo. Abbiamo letto in classe l’articolo di Repubblica del 10 febbraio scorso intitolato Scuole superiori in quattro anni, l’esperimento si è arenato e poiché il nostro istituto, l’Enrico Tosi di Busto Arsizio, viene citato da Corrado Zunino, abbiamo pensato di divulgare la nostra esperienza. Più che positiva: entusiasmante. La cosa migliore da fare, per farsi un’idea della validità e dell’importanza di ciò che facciamo, sarebbe venire a trovarci. Venite a vedere come lavoriamo. Non un giorno: venite un mese, un trimestre, un anno. Venite senza pregiudizi. E ne uscirete cambiati. Per raggiungere tutti i lettori, tuttavia, proviamo a spiegare a parole la nostra realtà.
Il nostro Istituto è stato autorizzato ad attivare un progetto di innovazione metodologica e didattica di durata quadriennale con decreto del MIUR, dunque siamo sicuramente “sperimentazione” ma ci sentiamo innanzitutto persone che ogni giorno si incontrano, progettano, apprendono, insegnano. Da noi non è mai così definitivo chi apprende e chi insegna, chi è docente e chi è discente. Da noi gli studenti si sentono davvero protagonisti perché costruiscono, con i docenti, curricola innovativi e personalizzabili attraverso percorsi d’apprendimento mirati. Si scelgono metodologie e mezzi, che variano a seconda degli obiettivi e dei contenuti. Ci piace navigare nella realtà per costruire, dentro e fuori le aule di scuola, le nostre competenze. La nostra è una didattica per competenze, si dice. In pratica vuol dire che ci alleniamo ogni giorno, tutti insieme, per diventare bravi. I docenti sono in realtà dei coach che ricevono autorevolezza dalla fatica e dall’entusiasmo che ci mettono. Non stanno in cattedra, non sono solo depositari di conoscenze. Qui sgombriamo il campo dagli equivoci, nei quali è cascato pure, recentemente, Salvatore Settis: non si costruiscono competenze senza conoscenze. Non c’è un’alternativa. Per costruire competenze, tuttavia, le conoscenze non bastano. Pensiamo a un bravo medico, un medico competente: come può diventarlo, senza aver acquisito molteplici conoscenze? Senza aver anche sviluppato le abilità che gli consentono di utilizzare tali conoscenze in situazioni nuove? La competenza è, evidentemente ed ovviamente, un di più, non un di meno.
Della nostra scuola si può dire che attui una didattica student centered: si praticano la flipped classroom, il team working, il problem solving, il public speaking e il debate e con questa terminologia si concentra l’attenzione su una metodologia di matrice anglosassone. Tutto vero, ma queste realtà che pratichiamo, a cui potremmo aggiungere il CLIL in tutte le discipline non linguistiche, le esperienze di learning week di scambi e di partecipazione a progetti internazionali fin dal primo anno, le certificazioni linguistiche internazionali e l’IGCSE, l’apprendimento a distanza e l’auto formazione in gruppi di pari (peer education), il lavoro a classi aperte e l’uso consapevole delle nuove tecnologie che ci hanno alleggerito lo zaino …. noi le sentiamo profondamente ed orgogliosamente nostre. Nonostante l’abbondanza di anglicismi possa far pensare a una merce d’importazione, noi viviamo questa scuola come una dimensione connaturata alla nostra realtà di adulti e ragazzi d’Europa, ma anche d’Italia e di Lombardia, di un popolo che ha sempre fatto dell’esplorazione, dell’invenzione, dell’arte, la sua forza ed il suo valore. Noi non stiamo copiando, stiamo vivendo l’innovazione. E dunque, stiamo facendo Storia. Sì, la storia della scuola italiana siamo anche noi che ci sentiamo pionieri e che porteremo sempre nel nostro DNA la disponibilità all’avventura, al rischio e al gusto dell’apprendimento. Noi prendiamo il largo, ma voi non lasciate che la nostra esperienza si areni. Perché qui non si “accorcia” di un anno: qui si fa una scuola che dura una vita.
Gli studenti e i docenti della 1AI-1BI-2A1-2BI
ITE Enrico Tosi– indirizzo internazionale- Busto Arsizio
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